Roberto Bracco
Ebbe inizio a riallacciare i contanti con le altre chiese nel territorio nazionale, insieme a U. Gorietti. Roberto Bracco nacque a Roma il 27 maggio 1915. Rimasto orfano nella fanciullezza visse in un ambiente pieno di risentimento verso Dio per le difficoltà della famiglia. Riguardo alla religione non aveva avuto altro rapporto con la chiesa cattolica tranne il battesimo. In pratica visse “in una famiglia di liberi pensatori”. Lasciò gli studi e a soli 11 anni iniziò la propria attività lavorativa, impiegandosi presso una nota cartolibreria della città. Ben presto si sentì”ricercatore avido di sapere”. Negli anni seguenti, a rafforzare questa sua convinzione contribuì un “colto francese eclettico ed ardito”, un intellettuale conosciuto presso una nota libreria antiquaria del centro di Roma, dove si era impiegato e dove ebbe il privilegio di incontrare tante personalità della cultura dell’epoca, anche coloro che come Ernesto Buonaiuti erano osteggiati dalla Chiesa cattolica romana e allontanate dall’insegnamento universitario dal regime fascista. Roberto, con la sua non comune intelligenza e con il profondo desiderio di apprendere, potè soddisfare la sua sete di sapere. Nonostante avesse soltanto conseguito la licenza elementare, da autodidatta acquisì una vasta cultura umanistica e letteraria, e nella sua prima giovinezza cominciò a dilettarsi nello scrivere anche alcune poesie. Con l’ardente curiosità che lo animava fu colpito dalle parole pronunciate da una semplice credente, frasi tratte dalla Bibbia a lui completamente sconosciute ed incomprensibili, quando gli testimoniò della salvezza in Cristo mediante l’Evangelo. Non afferrò molto della terminologia usata da quella cristiana ma incuriosito chiese ed ottenne l’indirizzo del luogo dove si tenevano i culti. Nel marzo del 1933 partecipò per la prima volta ad una riunione di culto, nella Comunità pentecostale di Roma. Poco dopo si convertì all’Evangelo provocando inevitabilmente la reazione nell’ambiente familiare. Tuttavia accettò il battesimo e poco dopo fece l’esperienza gloriosa del battesimo nello Spirito Santo. Nell’aprile 1935 cominciò la persecuzione e Roberto Bracco, non ora ventenne, iniziò ad esercitare il suo ministerio della Parola che durerà per circa quarantotto anni. L’occasione gli fu offerta ,quando, a causa della chiusura del locale di culto della Comunità di Roma, la chiesa dovette essere suddivisa in tanti piccoli gruppi sparsi per le case e quindi si rese necessaria la disponibilità di un notevole numero di predicatori. Verrà presto individuato dalla polizia come uno degli "irriducibili" pentecostali e ripetutamente arrestato (si calcola almeno diciassette volte). Sarà deferito alla Commissione Provinciale della Prefettura di Roma e il 5 dicembre 1936 sarà sottoposto ai vincoli dell’ammonizione perché come ”irriducibile pentecostiere svolge attività contrarie al Regime”. Nel 1943 si unì in matrimonio con Anna Stella, una giovane della Comunità, che sarebbe stata la sua fedele consorte. Nel 1945 fu eletto pastore della Comunità di Roma uscita dalla clandestinità. Insieme con Umberto Gorietti, Roberto Bracco divenne uno degli strumenti usati da Dio per riallacciare i rapporti con le varie chiese e gruppi esistenti sul territorio nazionale, che a causa della persecuzione avevano perduto i contatti tra loro. La sua non comune capacità oratoria e la sua conoscenza dottrinale riuscirono sempre a nascondere il suo carattere notoriamente timido, che spesso gli impediva di intrattenere caldi rapporti interpersonali. Ugualmente, però, i conduttori delle varie chiese furono colpiti dal particolare “ministerio della Parola” che aveva ricevuto da Dio. Nel 1947 sarà eletto segretario del primo Comitato Esecutivo della erigenda ” Associazione Religiosa delle Assemblee di Dio in Italia” (ADI), e fu tra gli estensori della prima bozza dello Statuto delle ADI. Riterrà questo ufficio anche nel Consiglio Generale delle Chiese che sostituì il Comitato Esecutivo nel 1950 e sarà rieletto ininterrottamente fino al 1957. In quel periodo c’era stato un notevole sviluppo del Movimento. La Comunità di Roma aveva ormai una sede propria, dedicata al Signore il 1° ottobre 1949; nell’ottobre 1954 era stato costituito l’Istituto Biblico Italiano, del quale sarà Direttore dalla fondazione fino al 1965. Dopo sedici anni di servizio, nel 1960 si dimise da pastore della Comunità ADI di Roma, Via dei Bruzi, con l’intento di fondare un’altra Comunità sempre a Roma. Nel 1977 accettò di nuovo di far parte del Consiglio Generale delle Chiese. Sarà rieletto nell’Assemblea Generale del 1979 come membro del Consiglio Generale, ma in quello stesso anno, ridusse il proprio ministerio nell’ambito della propria Comunità. Intanto, purtroppo, le sue condizioni fisiche divenivano precarie per un gravissimo attacco cardiaco dal quale non si riprenderà mai totalmente, pur continuando con grande sforzo a svolgere il proprio ministerio locale fino alla fine. Mentre era in visita pastorale alla casa di riposo dipendente dalla Comunità venne colpito da un altro infarto e immaturamente, all’età di sessantotto anni, il 25 luglio 1983 fu richiamato alla presenza del Suo Salvatore, che aveva amato e servito fedelmente nell’arco di cinquant’anni. Naturalmente timido e schivo, Roberto Bracco acquistava libertà e autorevolezza sul pulpito. Il suo messaggio e la sua oratoria avvincente ispiravano l’uditorio. Oltre ad esercitare il ministerio della Parola e quello dell’insegnamento, è stato l’autore del testo di molti inni presenti nell’innario "Inni di Lode" e prolifico scrittore di argomenti biblici e dottrinali, scrivendo centinaia di articoli per il periodico Risveglio Pentecostale del quale è stato direttore dalla fondazione nel 1946 fino al gennaio 1949. |